Le fasi dell’anodizzazione dei metalli

anodizzazione dei metalli

L’anodizzazione dei metalli è un processo elettrochimico irreversibile, noto anche come ossidazione anodica, attraverso cui sulla superficie del metallo si crea uno strato protettivo di ossido di alluminio. Lo scopo del trattamento è di proteggere i metalli come l’alluminio, il titanio, lo zinco e il magnesio dall’usura e dall’esposizione ad agenti esterni. Si tratta di un processo fondamentale per prevenire la corrosione e l’abrasione, dovuta al sovrautilizzo.

Con l’anodizzazione si dona durezza e consistenza al materiale oggetto del trattamento. Oltre alla protezione dalla corrosione, questa tecnica di lavorazione rappresenta un ottimo ancoraggio per i colori, garantendo isolamento elettrico e conducibilità termina.

Ossidazione anodica dei metalli: le tre fasi dell’anodizzazione

Per creare patina di ossido di alluminio che va a coprire la superficie del metallo è necessario che questo reagisca con l’ossigeno durante il processo di elettrodeposizione. In via preliminare è previsto un pretrattamento dei materiali (spazzolatura, sgrassatura, decappaggio, satinatura, neutralizzazione); la fase successiva è la vera e propria ossidazione anodica, formando uno strato poroso e protettivo del metallo; la fare finale è quella della finitura, appunto, che prevede l’oliatura del metallo.

Al termine del processo di anodizzazione, cambiano qualità e stato fisico del metallo, che acquisirà caratteristiche diverse. In questo modo, si aumenta la durezza del materiale, garantendo un vero e proprio isolamento termico a lungo termine. A seguito del processo di anodizzazione, è possibile migliorare il metallo esteticamente applicandogli, eventualmente, uno strato di colore. 

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