Tutti gli impieghi del tornio a fantina mobile

Tornio a testa fissa o a fantina mobile? È una domanda che ci si pone spesso, quando si tratta di valutare le tempistiche di lavorazione in un’azienda industriale. Acquistare un macchinario facente parte della metalmeccanica di precisione (come il tornio cnc), o in ogni caso delegare a un’azienda esterna, richiede un calcolo al millimetro sia in termini di costi che di tempo impiegato. Non è una scelta facile, ma si rivela cruciale quando parliamo di ottimizzazioni e finalizzazioni di grandi quantità di prodotti (in pochissimo tempo a disposizione). 

Tornio a testa fissa o a fantina mobile? 

Che differenza c’è tra il tornio a testa fissa o quello a fantina mobile? Per capirlo, dobbiamo analizzare con attenzione i prodotti che intendiamo lavorare. 

Se per esempio il materiale che dobbiamo lavorare ha un diametro superiore ai 50 mm, sarebbe meglio utilizzare un tornio a testa fissa, e questo vale anche per lavorazioni di pezzi lunghi o con forma particolarmente complessa. 

Se, invece, il materiale che dobbiamo lavorare ha un diametro di circa 30 mm (o inferiore), allora è possibile impiegare il tornio a fantina mobile. La fantina mobile, infatti, garantisce le prestazioni migliori se si ritrova a contatto con materiali di piccolissime dimensioni e dalle forme piuttosto lineari. 

A ogni lavorazione il suo tornio 

La metalmeccanica di precisione è un’alleata fondamentale, per questo tipo di lavorazioni. Qualunque sia il tipo di progetto da realizzare, però, assicuratevi che i requisiti di base siano sempre rispettati. Solo così potrete ottenere le prestazioni migliori dai macchinari che utilizzerete per le vostre lavorazioni. Solo così sarete sicuri di poter lavorare rispettando i tempi e i costi di lavorazione. 

A cosa serve una fresa CNC?

Quando un’azienda ha bisogno di riprodurre particolari meccanici di piccole dimensioni (ma in grandi quantità) ha bisogno di una lavorazione meccanica in serie. Per questo motivo esiste la meccanica CNC, che produce macchinari a controllo numerico gestiti da un software all’interno del quale è possibile selezionare tipologia e quantità desiderate e avviare le lavorazioni in maniera automatica. La meccanica CNC è fondamentale, se abbiamo bisogno di realizzare particolari meccanici in grandi quantità (ma a costi e con tempi ristretti). 

Fresa CNC: realizzare prodotti di piccole dimensioni 

Uno dei macchinari più diffusi è sicuramente la fresa CNC. Detta anche fresatrice, si tratta di una macchina utensile utilizzata per lavorare forme complesse o sferiche da metalli o altri materiali. Sono macchinari ad altissima precisione, che lavorano anche su particolari molto molto piccoli e sono in grado, se a controllo numerico, di produrre una quantità elevatissima di materiali. 

Solitamente, il lavoro con la fresa CNC si divide in due fasi: la prima riguarda la sgrossatura, cioè l’asportazione del materiale in eccesso; la seconda, invece, riguarda la finitura, in cui si rimuovono le parti superflue. Come è facile intuire, il processo della fresa CNC è opposto a quello della stampante 3D: se quest’ultima, infatti, lavora per addizione (producendo il materiale ex novo), la prima lavora per sottrazione (riducendo il materiale esistente di volta in volta). 

Perché scegliere la meccanica CNC 

Le macchine a controllo numerico permettono di lavorare a ritmi elevati senza perdere mai di vista la qualità del prodotto finito, le esigenze del cliente finale. Grazie alla meccanica CNC , il ciclo produttivo è veloce, economico e preciso, ma soprattutto applicabile a diversi modelli di lavorazione e a diversi materiali. 

Procedimenti per la tornitura del teflon

Il teflon è il rivestimento antiaderente per eccellenza. Per intenderci è lo stesso che solitamente ricopre e protegge le nostre padelle in cucina. Il teflon è un materiale sintetico pressoché moderno, derivato dal fluoro e impiegato per rendere i materiali più resistenti e durevoli nel tempo. Nasce come polvere bianca e volatile per poi trasformarsi in pellicola di copertura, completamente isolante e perfetta per proteggere anche i materiali altamente logorabili. 

Resistendo a un calore che supera decisamente i 300 gradi, il teflon è utilizzato senza dubbio per proteggere il pentolame della nostra casa, ma anche per coprire filtri, guarnizioni e valvole e proteggerle dall’usura data da tempo e impiego costante. 

Per lavorare il teflon, però, è necessario quello che solitamente si chiama tornitura. Vediamo insieme di cosa si tratta. Attraverso la tornitura del teflon, il materiale si applica perfettamente al metallo da proteggere, rendendolo più robusto e resistente – e pronto, quindi, per l’utilizzo.

Immaginate, ora, una pentola senza lavorazione del teflon su di essa: col tempo, non solo rischierebbe di logorarsi, ma addirittura risulterebbe potenzialmente dannosa, anche per il nostro organismo. Grazie al teflon, invece, il materiale è protetto e in grado di resistere all’usura e al tempo che scorre inesorabile. 

La tornitura del teflon può avvenire utilizzando macchinari CNC, cioè a controllo numerico, grazie ai quali è possibile comunicare a un software il numero di prodotti finiti da realizzare e il resto del lavoro spetterà poi al macchinario stesso, che procederà indisturbato alla lavorazione del prodotto finale.